L'organizzazione delle conoscenze

Ogni conoscenza è una traduzione e nello stesso tempo una ricostruzione di idee, teorie, discorsi. L’organizzazione delle conoscenze comporta operazioni di interconnessione (congiunzione, inclusione, implicazione) e di separazione (differenziazione, opposizione, selezione, esclusione). Il processo è circolare; passa dalla separazione al collegamento, dal collegamento alla separazione, e poi, dall’analisi alla sintesi, dalla sintesi all’analisi. In altri termini , la conoscenza comporta nello stesso tempo separazione e interconnessione, analisi e sintesi.

La nostra civiltà ha privilegiato la separazione a scapito della interconnessione, l’analisi a scapito della sintesi. Interconnessione e sintesi rimangono sottosviluppate. E’ per questo che sia la separazione che l’accumulo, senza l’interconnessione delle conoscenze, vengono privilegiati a scapito dell’organizzazione che interconnette le conoscenze.

Proprio in quanto il nostro modo di conoscenza disgiunge gli oggetti tra loro, ci è necessario concepire ciò che li interconnette. E in quanto isola gli oggetti dal loro contesto naturale/culturale e dall’insieme di cui fanno parte, è necessità cognitiva porre una conoscenza specifica nel suo contesto e situarla in un insieme. Tale contesto si è stratificato nel tempo, nelle singole culture e nelle diverse discipline. Ed è patrimonio dell’umanità. Di conseguenza lo sviluppo dell’attitudine a contestualizzare e globalizzare i saperi diviene un imperativo dell’educazione del nostro tempo.

Lo sviluppo dell’attitudine a contestualizzare tende a produrre l’emergenza di un pensiero “ecologizzante”, nel senso che esso situa ogni evento, informazione o conoscenza in una relazione di inseparabilità con il suo ambiente culturale, sociale, economico, politico e, beninteso, naturale.

Per affrontare le difficili sfide di questo millennio vi è bisogno di principi e strumenti. Il problema diviene non solo quello di aprire le frontiere tra le discipline, quanto quello di trasformare ciò che genera queste frontiere: i principi organizzatori della conoscenza.

Gli strumenti sono disponibili e la rete è lo strumento principe per consentire di accedere a singoli elementi della conoscenza, ma anche di cercare i legami logici e sottili che connettono le cose più lontane e differenti.
L’individuo ha bisogno non solo di mappe cognitive ampie e flessibili; ha bisogno anche di strumenti per far evolvere queste stesse mappe , per allargarle, per ristrutturarle o per aumentare il loro potere di discriminazione. Uno di questi strumenti è senza dubbio la rete che in soli 10 anni si propone come un potente strumento di interconnessione delle conoscenze: il legante che troviamo difficilmente incarnato in persone fisiche o in libri.

La posta in gioco è quella di delineare mappe cognitive in grado di evolvere, che rappresentino un’idea di sapere aperta alla discontinuità, alla sorpresa, all’incertezza, alle sfide della scoperta e dell’innovazione, alla consapevolezza dei mutamenti paradigmatici, alla capacità di riformulare le dimensioni della propria interrogazione.
Uno dei problemi è infatti vedere le dinamiche della conoscenza come processo.


(liberamente tratto e trattato da E. Morin: “la testa ben fatta: riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, “ la conoscenza della conoscenza” e “Educazione e globalizzazione di G. Bocchi e M. Ceruti.

Conoscenza è anche un brodo di “cultura” sociale. Si costruisce su ogni individuo nella società, ma anche costruisce ogni individuo della societa', e' lo strumento per dare una percezione del mondo e un senso alla sua esperienza.